Villa Caramello

Credits: Villacaramello.com

Villa Caramello – massima espressione della stagione del Barocco in Piacenza, ma che ha una storia risalente già all’epoca rinascimentale – separa con il proprio corpo un giardino che guarda a nord, attraverso il proprio viale d’accesso lungo oltre 1Km, le Alpi Bergamasche e affaccia a sud sui rinomati Colli Piacentini ai piedi del Monte Penice.

Villa Caramello dispone di un cortile centrale, attorno al quale si snoda l’intero edificio e cuore pulsante per qualsiasi evento, su cui si affacciano il salone da ballo, lo scalone, la loggia integralmente coperta che si apre sui Colli Piacentini, le gallerie affrescate, oltre ad una serie di sale tra di esse contigue. Il cortile interno di oltre 170 mq. ed il giardino possono essere  se del caso attrezzati con tensostrutture per ampliare il numero degli invitati fino a 500 persone.

Credits: Villacaramello.com

Villa Caramello – originariamente una rocca come attestato dalla sua pianta, dalle mura a scarpa e dall’altezza delle finestre a piano terra – deve l’attuale impianto e configurazione agli interventi di restauro ed abbellimento fatti eseguire dal marchese Gaetano Paveri Fontana agli inizi del 1700 che “fece risorgere da antichi edifici in disfacimento una nuova amplissima dimora”. La trasformazione del preesistente palazzo Caramello in villa fu quindi un naturale e logico ammodernamento edilizio di una proprietà che apparteneva già da vari secoli ai Paveri Fontana.  Tuttavia, il progetto di trasformazione in villa decollerà solo nel 1739 con l’intervento del grande Ferdinando Galli Bibiena, come attestato dal contratto conservato nell’archivio di famiglia.

Villa Caramello, a cui si accede attraverso un lungo viale alberato di oltre 1 Km di lunghezza, ha ancora, ad ornamento dello spazio antistante una grande peschiera praticabile di forma mistilinee ed arricchita da statue e vasi in pietra.
La facciata principale dell’edifico è scandito da porte e finestre del tipico repertorio del Galli Bibiena e presenta un coronamento “alla romana” per occultare gli spioventi del tetto, come in altre insigne ville emiliane.

Credits: Villacaramello.com

L’edificio presenta uno schema chiuso, essendo organizzato in quattro corpi di fabbrica posti attorno ad un cortile di forma tendente al quadrato. Nell’ala posteriore, dedicata totalmente agli spazi di rappresentanza, il nucleo centrale emerge visibilmente dal contesto per la presenza al piano nobile del salone da ballo che si estende in altezza su due piani: grandioso vano fortemente illuminato da un doppi ordine di finestre. L’aspetto più inedito è però costituito dalla grande loggia a doppia navata che, al piano terreno, sfonda completamente questa ala di Villa Caramello.
Colonne e pilastri imprigionati in grossi dadi reggono, al centro, archi ribassati e, ai lati, archi a tutto sesto. Viene così creato uno di quei tipici spazi filtranti caratteristici dell’architetto-scenografo bolognese. Il Galli Bibiena aveva già sperimentato un’analoga soluzione nella residenza dei Farnese di Colorno dove, per rompere il chiuso schema castellano, aveva parimenti traforato l’ala attigua al torrente. Fa da contrappunto a questa ricerca di trasparenze la volontà di soda e corretta architettura che si esprime sia in facciata, sia all’interno dei vani, nel ricorrere degli elementi a bugnato, nei timpani classici delle finestre, vale a dire nei singoli elementi della struttura. L’unione di queste due logiche progettuali, apparentemente dialettiche, sortisce ancora una volta esiti sorprendenti: così, ad esempio, nell’ingegnoso scalone, scenografica conclusione della loggia. Un doppio percorso si svolge su di un complesso gioco di nove brevi rampe, fra loro ortogonali, per concludere nel vasto ballatoio d’arrivo inaspettatamente di forma ad emiciclo.
L’insolito accostamento del pilastro bugnato alla colonna può giustificarsi anche con il proposito di ottenere nella facciata posteriore continuità nell’altezza: in effetti, le superfici del pilastro continuano nelle alte lesene bugnate.
Dato lo schema dell’edificio, che deriva sostanzialmente dal castello, l’organizzazione distributiva delle sale è en enfilade, tranne sul lato est, grazie alla presenza di due gallerie un tempo aperte sul cortile che disimpegnano dei vani minori.
Le pareti e la volta della galleria al piano nobile sono decorate con prospettive architettoniche attribuite a Francesco Natali, quadraturista cremonese, ma di formazione bolognese. Al piano terreno invece la galleria da accesso alla cappella che presenta pure elementi bibieneschi, come l’introduzione dell’arco per suddividere e ad un tempo enfatizzare lo spazio.                            Villa Caramello è infine circondata da un giardino di impianto settecentesco, arricchito dalla straordinaria peschiera antistante la facciata principale, parzialmente trasformato nel XIX secolo secondo il gusto paesaggistico. Del complesso di Villa Caramello fa anche parte la corte rustica – con ormai dismesse abitazioni agricole, stalle e fienili – che si estende a sud dell’edificio padronale.

Villa Caramello, al culmine di una nuova stagione di restauro ed abbellimento avviata e terminata dal marchese Luca Paveri Fontana, ha meritato nel 2008 il Premio Gazzola, nell’ambito del recupero e restauro dei palazzi piacentini.

Per maggiori informazioni:

Villa Caramello
Localita’ Caramello
29015 Fontana Pradosa (PC)

Per eventi pubblici:
Tel: +39 338 89 48 585 / +39 335 76 04 179
@      info@villacaramello.it

Per visite private su appuntamento:
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